Shalom

Sugli echi di qualche antico salmo, quasi una litania di preghiera, ecco il mio augurio per l’anno appena iniziato.
“Shalom”, pace, come lo intonavano gli antichi Ebrei e come tutti gli umani di buona volontà lo potrebbero intonare. Aggiungendo alla “Terra promessa”, tutte le “terre promesse” a dimora dei popoli perseguitati, e ricercando la pace direttamente nel cuore degli umani, anche in coloro la cui purezza è offuscata dalle illusorie suggestioni del potere e della ricchezza materiale.


Shalom.
Shalom. Pace.

Sia pace su Israele.
Sia pace sulla terra promessa di Israele
e su tutte le terre promesse ai popoli della Terra.
Shalom. Pace.

Sia pace sulle terre martoriate
sulle terre afflitte dai flutti della storia
e dalle violenze dell’uomo.
Sia pace sui campi seminati dalle mine dell’uomo
sui boschi e sulle città che erano vita
spazzati via dalle guerre dell’uomo.

Shalom. Pace.

E sia pace
Sia pace nel cuore dell’uomo.
Sia pace nel cuore deluso
distratto
illuso
nel cuore derubato dell’innocenza di bambino
e dei diritti di umano abitante.
Shalom. Pace.

E sia pace nel cuore di chi calcola
cifre asettiche di volubile denaro
e disperso
dal vento dell’illusa ricchezza
che non è gioia.
Shalom. Pace.

Sia pace.
Sia pace finalmente.
Nel ritrovato ambiente.
Nel ritrovato cuore.
Nel ritrovato avvertire legami mai spenti
umani
universali.

Shalom. Pace.
Pace.
Pace su Israele.
Pace su tutte le terre.
Pace sulla terra del cuore dell’uomo.

Pace. Finalmente.
Shalom.

Roberto Del Bianco

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E’ la fine di un’epoca…

Leggo da “Punto Informatico” una notizia che mi lascia perplesso: la Radio Svizzera Internazionale, nota in tutto il mondo per i suoi programmi per l’estero sulle onde corte, ha deciso di far chiudere i battenti alle proprie emittenti in onda corta e via satellite.

… E balenano i ricordi personali, dei lunghi periodi di ascolto fin da quando, me ragazzino, costruivo le mie prime radio a valvole (e fu proprio la Radio Svizzera la prima emittente che riuscii a captare!), e una tristezza di cui è difficile far rendere partecipi amici o conoscenti non “toccati” da questa passione.

Oramai sembrerebbe il web il veicolo principale delle informazioni. Eppure, pensiamoci un attimo, quanti sono i Paesi, quanti sono i popoli che non hanno accesso alla grande Rete mentre il semplice uso di una radio fornisce loro un mezzo importantissimo per conoscere culture diverse e sentirsi parte del mondo?
La Radio Svizzera ha sempre significato un certo stile informativo e una discreta indipendenza di vedute. Togliere l’accesso via etere, lasciare solo al web il potere mediatico dell’emittente elvetica, significa allora tagliare fuori una discreta parte del pianeta dai suoi interessanti programmi.



Internet killed the radio starsL’annuncio è della Radio Svizzera Internazionale che si appresta a trasmettere per l’ultima volta in onde corte e via satellite. D’ora in poi soltanto Internet. Una scelta che racconta una nuova era

28/10/04 – News – Berna – Il 30 ottobre swissinfo/Radio Svizzera Internazionale (SRI) trasmetterà per l’ultima volta i suoi programmi radiofonici in onde corte e via satellite. Termina così, dopo quasi 70 anni, un capitolo della storia radiofonica svizzera.

Si chiude, in effetti, una pagina di storia. Radio Svizzera Internazionale cominciò a trasmettere in onde corte nel 1935. Durante la Seconda guerra mondiale e la Guerra fredda ha continuato a trasmettere da quella singolare posizione neutrale mantenuta dalla Svizzera. Trasmetteva in nove lingue (italiano, tedesco, francese, romancio, inglese, spagnolo, portoghese, arabo, esperanto) e rientrava nel novero delle emittenti più ascoltate – e più in vista – del mondo intero.

“Il crollo della Cortina di ferro – spiegano ora quelli di SRI – l’avvento della tecnologia satellitare e di internet hanno sancito via via la fine delle onde corte. Il riorientamento strategico dell’azienda, approvato dal Consiglio federale nel 1999, ha guidato i primi passi di swissinfo/SRI nell’era di internet”.

Sì, perché la Radio Svizzera Internazionale ha già da allora iniziato a spingere meno sulla programmazione radiofonica tradizionale per concentrarsi invece su una nuova programmazione, quella web. Tanto che nel 1999 è stato lanciato il portale swissinfo.org accessibile in nove lingue, tra cui arabo, giapponese e cinese.

“I contributi audio – continua la Radio – sono tuttora disponibili sul sito di swissinfo. I servizi radiofonici su determinati temi, sulle votazioni e sulle elezioni possono essere ascoltati in formato mp3 o scaricati per essere usati direttamente nei programmi radiofonici. Una strategia che ha portato i suoi frutti: www.swissinfo.org registra 8.5 milioni di consultazioni al mese”.

Ma perché abbandonare le onde corte che in fondo ancora oggi veicolano moltissimi contenuti in tutto il mondo? Secondo Nicola Lombard, direttore di RSI, “internet non può sostituire la radio. In compenso, su www.swissinfo.org possiamo offrire una moltitudine di informazioni che la radio non avrebbe mai potuto permettersi. Disponiamo di tantissime informazioni di qualità a proposito della Svizzera che mai, in passato, avremmo potuto immaginarci”.

L’ultimo giorno di trasmissione per la RSI sarà una celebrazione di tanti anni di attività, con la replica di interviste a personaggi del calibro di Max Frisch o Friederich Durrenmatt e via dicendo.

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PRIMA CHE L’AMORE FINISCA

PRIMA CHE L’AMORE FINISCA

di Raniero La Valle – ed. Ponte alle Grazie 2003.

Ecco un libro imponente, interessante ma alla fin fine anche leggero e scorrevole. Il suo autore, Raniero La Valle, è uno dei testimoni di quel “nuovo corso” che parte del cattolicesimo italiano iniziò a vivere a partire dagli anni del Concilio e post-conciliari. E’ stato parlamentare della Repubblica nelle fila della Sinistra Indipendente, giornalista anche televisivo, direttore della rivista “Bozze”, giudice del Tribunale permanente dei Popoli.

Dalla sua testimonianza è scaturito, insieme, un libro di storia recente e un invito alla riflessione. Un insieme di biografie dei tanti personaggi che hanno fatto la storia dell’Italia e del mondo negli ultimi cinquant’anni, specie in quei periodi in cui sembrava che davvero le cose potessero cambiare in meglio dopo la tragedia della seconda guerra mondiale e dopo la spinta rivoluzionaria che non solo dal Sessantotto traeva origine ma anche dalle encicliche coraggiose e progressiste che un Papato illuminato finalmente generava.
E allora ecco illustrate, nei tanti capitoli del volume, le figure di Aldo Moro, di Papa Giovanni, di Berlinguer, di Dossetti, Turoldo, Tonino Bello, e di tanti altri – religiosi e laici – che hanno influito con la loro azione nei cambiamenti della cultura, della religione, della storia.

E’ inoltre, lo si legge tra le righe e soprattutto nelle testimonianze del passato più recente, una forte riflessione sulla situazione del mondo attuale, partendo proprio dalla tragedia delle “Due Torri” che ha tagliato la storia in due, e ponendo il suo pensiero allarmato sulla decadenza del diritto, sulla terribile svolta aggressiva degli Stati Uniti col contorno delle sue Nazioni satellite e con l’influenza sempre maggiore dei meccanismi perversi di globalizzazione economica e di potere.

E’ di sicuro un libro che i cinquantenni apprezzeranno perché sentiranno parte della propria esperienza; ma è anche un aiuto alle nuove generazioni, un invito a capire meglio la situazione del mondo attuale, attraverso la storia dei personaggi che hanno fatto la storia degli ultimi decenni.

E’ infine – e credo fosse proprio l’intento maggiore dell’autore – un invito a mantenere viva la speranza nel cuore di tutti noi, nella spinta alla creazione di quella nuova aurora che doveva nascere attraverso lo sforzo di tanti eppure ancora avviluppata nel limbo dei desideri e nella corteccia del “male estremo”, da molti visto in modo manicheo ma che è, in fondo, parte anche della nostra civiltà.

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