The Nobel Peace Prize 2013

Si potrebbe quasi dire, finalmente ne hanno fatta una giusta…

Dimentichiamoci una volta tanto il nome di altri precedenti Nobel Laureates, rispecchianti più qualche esigenza politica o di equilibrio internazionale piuttosto che l’ultima volontà di Alfred Nobel. Perché l’assegnazione del Nobel Peace Prize di quest’anno sembra aver premiato giustamente un’organizzazione in linea con quanto fu scritto nel suo testamento.

Ricordo quanto scrissi tre anni fa – dopo l’assegnazione del Nobel a Liu Xiaobo, scrittore e critico cinese perseguitato e arrestato dal regime – riportando la riflessione di Fredrik Heffermehl, avvocato, scrittore e studioso pacifista norvegese: Alfred Nobel – scrive infatti Heffermehl nel suo libro The Nobel Peace Prize: What Nobel really wanted? – espresse chiaramente i suoi intenti nel testamento, indirizzando la scelta a singole persone che avessero svolto il miglior lavoro per favorire la fratellanza tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli armamenti, la promozione di conferenze di pace. Una richiesta a cui le decisioni della commissione di Oslo si sono allineate solo in pochi casi dal secondo dopoguerra.

 Ma veniamo al 2013 e al riconoscimento assegnato a OPCW, Organization for the Prohibition of Chemical Weapons, per i suoi sforzi nell’eliminazione e distruzione degli arsenali chimici detenuti da numerosi Stati. Una scelta – qualcuno obietterebbe – dettata anche dalle vicende recenti della crisi siriana ma sicuramente utile e che potrebbe dare spinta ad altre azioni di Ban the bombs… Ricordiamo la presenza dei 19000 ordigni nucleari, ricordiamo la possibile esistenza di armi batteriologiche… tutte queste, Armi di Distruzione di Massa, accomunate dalla comune facoltà – a prescindere dagli effetti diversificati ma spaventosi – di colpire tutto e tutti senza distinzione alcuna, fino alla cessazione possibile dell’intera vita sul pianeta.

 E allora ben vengano organizzazioni come questa. E ben vengano i riconoscimenti dalla Commissione di Oslo, purché – come in questo caso – mirati efficacemente a quanto Alfred Nobel ebbe a sottolineare nel suo prezioso testamento.

Per approfondire:

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Richard Stallman a Firenze

Invitato da Solidarius Italia, di cui è stata organizzatrice dell’evento nell’ambito delle attività del Distretto di Economia Solidale (DES) di Firenze, Stallman, uno dei fondatori della Free Software Foundation (FSF), ha discusso lungamente sull’importanza dell’uso del software libero, anche per evitare (o limitare) i rischi derivati da un controllo occulto da parte di “poteri forti” o di aziende e organizzazioni, che attraverso programmi o servizi “nascosti” possono intercettare dati personali ad insaputa dell’utilizzatore. Questo rischio fa sì che la grande e crescente potenzialità delle risorse tecnologiche nella nostra “era digitale” ne facciano diventare un’arma a doppio taglio.

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Storia di Rossella ovvero la memoria della legalità

Alla Festa Democratica di Firenze, un incontro per non dimenticare.
Rossella studentessa fiorentina, la ragazza di Francesco studente calabrese, si ritrova coinvolta in una storia di faide familiari che all’inizio non capisce ma che la porterà alla tragica sparizione come vendetta della ‘ndrangheta per la sua testimonianza. Una storia riemersa dall’oblio di decenni di silenzio. Collaboratori di giustizia che parlano, una sentenza discussa. E adesso, il suo volto ritrovato.


E’ un incontro inaspettato, e proprio per la non conoscenza della tragica protagonista di questa storia. Una storia che parte dal rapporto d’amore, serio e apparentemente tranquillo, tra Rossella Casini e Francesco Frisina.

Lei studentessa universitaria fiorentina iscritta a Psicologia, lui fuori-sede ad Economia. L’amore sboccia, come i tanti che nascono tra allievi dei nostri atenei. La differenza però si scopre poi all’improvviso, quando il padre di Francesco viene ucciso in una faida familiare e di cui Rossella diventa testimone.

E passano gli anni, e la vendetta per avere parlato, per essere stata “un’infame” secondo la logica perversa delle famiglie – e fu proprio vendetta voluta dalla sorella di Francesco – arriva alla fine al tragico epilogo, alla sparizione della ragazza che non fu mai ritrovata. Un’uccisione cruenta di cui solo nel 1994 si scoprirono i particolari, dopo la confessione di un pentito siciliano.


Alcuni link per approfondire e per riflettere

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