Facciamo vincere la speranza

Più di 150 nazioni sono rappresentate a Vienna. Perfino potenze nucleari quali Stati UnitiGran BretagnaIndia e Pakistan hanno deciso la loro partecipazione dopo avere boicottato gli incontri precedenti – a Oslo nel 2013 e a Nayarit all’inizio dell’anno.   Thomas Nash, rappresentante di ICAN e direttore nel Regno Unito dell’osservatorio sulle armi Article 36, ha dichiarato: “Le precedenti conferenze, tenutesi in Norvegia e Messico, hanno concluso che nessuna risposta sarebbe adeguata, nel caso di esplosione accidentale o fortuita di una o più armi nucleari. Questi incontri globali hanno rappresentato una riformulazione collettiva che ha cambiato in modo radicale la discussione sulle armi nucleari a livello internazionale. Le prove presentate finora durante questo processo sono impressionanti. L’impatto delle armi nucleari è perfino peggiore di quello che pensavamo e il rischio del loro uso è più grande di quanto ammettano i governiCi aspettiamo che gli Stati reagiscano a queste prove lanciando un processo per arrivare alla messa al bando delle armi nucleari entro il settantesimo anniversario del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, il prossimo agosto”   E’ una speranza che non può morire: una speranza alimentata dagli sforzi che in tutto il mondo la Società Civile da lungo tempo sta impiegando. Dalla consapevolezza, ormai presente nei governi di tantissimi Stati, che l’era atomica deve finire, o che a finire sarà la vita stessa sul nostro pianeta.   Facciamo vincere la speranza!


Il Premio Nobel per la Pace Desmond Tutu, anche quest’anno ha voluto essere partecipe, con un videomessaggio il cui testo originale è riportato qua.

7 December 2014, Vienna

To my brothers and sisters in the ICAN movement, I extend my warmest greetings from South Africa. Although I could not be with you in Vienna for this important gathering, rest assured that I am right by your side in this noble effort to free the world from nuclear arms. 
Our task, of course, is not an easy one. But nor was ending Apartheid in South Africa. 
Through perseverance, conviction and determination, we defeated the forces of injustice and hatred. 
We won because we stood on the right side of history; we stood for a just and moral cause.

And you, too, stand on the right side of history.

I am confident that, before long, the voices in favour of total nuclear disarmament will drown out those who say that the world cannot change. 
The writing should already be on the wall for the nuclear powers. 
A treaty banning nuclear weapons is on its way. 
The momentum of this campaign is unstoppable.

You achieved much in Oslo and Nayarit. 
This Vienna conference, no doubt, will be another important milestone on the path to a ban. 
The vast majority of governments are demanding urgent action. 
No longer are the world’s peoples willing to be held hostage to these unspeakable weapons of terror.

My dear friend and comrade the late Nelson Mandela was an outspoken critic of nuclear arms. 
He regarded the dismantlement of South Africa’s nuclear arsenal as a necessary part of our transition from a pariah state to an accepted member of the family of nations. 
He implored all other nuclear powers to disarm as well.

In his honour, and for the sake of humanity, let us all intensify our efforts to bring the era of nuclear weapons to an end.

We can – and must – succeed.

I wish you well over the coming days as you work hard to strengthen the international resolve to negotiate a treaty banning nuclear weapons. 
I was delighted to learn that your next major gathering may well be here in South Africa! 
That would be most fitting, indeed.

We will, of course, welcome you with open arms. 
These arms with which we embrace each other are the only arms we need!

Dear friends, I very much hope that next year will mark the beginning of negotiations for a ban. 
What better way to honour the victims of Hiroshima and Nagasaki in the 70th anniversary year of the atomic bombings. 
Only by eliminating nuclear weapons can we ensure that no one else ever suffers as they did. 
That must be our driving motivation.

Together, let us seize this historic opportunity!

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Di pace, disarmo, e di poesia

“La creatura che fu bella”, dal titolo quasi nostalgico per quanto fu perduto all’improvviso. L’alternanza tra visioni tragiche, esposizioni rigorose del cosa fare e del perché agire con urgenza, e note in versi del dolore, dell’orrore, della perdita, da chi è sopravvissuto al passato olocausto.

Perché il 29 agosto? Perché – seppure in sordina – orrori e dolori si sono ancora accumulati negli anni: ed è stato opportuno riflettere, ricordare e suggerire le possibili speranze, nella data cui cade la Giornata internazionale contro i test nucleari...

Qui sotto il video dell’incontro:

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The humanitarian impact of nuclear weapons

Dopo Oslo, ecco la seconda conferenza sulle conseguenze umanitarie di un possibile conflitto nucleare. Questa volta è il governo messicano a offrire la sede e l’ospitalità.

Un anno dopo. La conferenza di Oslo “Humanitarian Impact of Nuclear Weapons” per la prima volta portò al mondo un approccio totalmente diverso sui temi del disarmo atomico. Al termine degli incontri di Oslo, coronati da un enorme successo di interesse internazionale e di riscontri positivi da parte di governi, ONG e altri partner della Società Civile, venne annunciato un secondo appuntamento, questa volta a Nayarit, nel Messico.

Ed ecco adesso raccogliere il testimone la seconda Conferenza sull’impatto umanitario di un possibile conflitto nucleare, aperta proprio quest’oggi a Nuevo Vallarta, Nayarit (Messico).

Così scrive la Segreteria del Ministero per gli Affari Esteri messicano, nella pagina di presentazione ed invito alla Conferenza: E’ importante approfondire la nostra comprensione degli effetti delle armi nucleari, legando le conseguenze – globali e a lungo termine – di una detonazione nucleare, accidentale o intenzionale, al punto di vista e alle variabili della società del 21° secolo. I governi, le organizzazioni internazionali e la Società Civile sono invitati a partecipare con delegazioni multisettoriali, a livello di esperti, con specialisti in settori quali la sanità pubblica o l’assistenza umanitaria, questioni ambientali e protezione civile, così come diplomatici e militari esperti.

E l’invito, a quanto pare, è stato accolto.

Vedi “Si conclude la Conferenza di Nayarit” dal sito www.peacelink.it

Mentre qui sotto ecco il video presentato alla Conferenza e  prodotto da ICAN come “Statement multimediale”

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