Ma noi siamo…

Spesso noi ci sentiamo piccoli, insignificanti creature.
Spesso sottovalutiamo il nostro essere, il nostro operare.

E invece, noi siamo…


Ma noi siamo
piccole ali di vento dai grandi pensieri
vita sospesa tra i cardini del nostro destino
mani che aggrappano persone, cuori, sorrisi
e vincono battaglie
e asciugano le lacrime delle nostre sconfitte.

Ma noi siamo
sogni di gabbiani mancati
attraverso il volo dei nostri pensieri
specchi di un’immagine di Dio
che si riflette sulla fronte del nostro operare
nel bene e nel male, felicità ricercata
e miseria
certezza e inquietudine.

Ma noi siamo
passi che camminano sulle strade del mondo
incroci di cuori, di sorrisi e di pianti
e abbracci desiderati e radi
desideri di amore, certezze di pace.

Ma noi siamo
più
di ciò che lo stesso cuore crede

più del monte, più del mare
più del vento che porta gli odori e i suoni del mondo
Piccole ali di sogni e mani di opere inespresse
eppur vive tra noi.
Noi siamo
ogni giorno che passa
ciò che è vivo
in noi
da noi
fuori di noi.

Noi siamo
l’amore che intrecciamo
la vita che condividiamo
i sogni che desideriamo
Noi siamo
la moltitudine pensante del mondo.

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Un pericolo contingente e una ricerca illuminante

Leggo contemporaneamente da Peacelink due notizie contrastanti, una che mi fa riandare ai tempi bui del “Crackdown”, l’altra mi riempie di un certo ottimismo per il futuro…Tempi bui per l’informazione alternativa: è quanto racconta, allarmato, Carlo Gubitosa di Peacelink dopo la notizia del sequestro, da parte dell’FBI – non solo negli USA ma anche in Gran Bretagna, e quindi con palese violazione dei limiti territoriali – dischi e materiali della rete “Indymedia”, legata al circuito di informazione alternativa vicina ai centri sociali. Qui l’articolo di Carlo.

E’ invece di tono diverso l’articolo che lo stesso Peacelink riporta, “Nessun impero dura per sempre”. Qui il famoso studioso Johan Galtung (che previde con esattezza il crollo dell’impero sovietico) si sofferma sul futuro di un’America non più imperialista, dal momento che, secondo le sue stime, entro una ventina d’anni il grande impero occidentale soccomberà.
Succederà un golpe di stampo fascista o arriveranno, gli Stati Uniti, ad essere finalmente nazione democratica e illuminata? Questo dipenderà molto dai suoi cittadini…
Leggi qui per l’articolo completo.

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Un altro ricordo di Tiziano Terzani

Leggo da Peacelink e riporto, commosso.
Un altro ricordo di Tiziano, questa volta scritto da un “compagno di viaggio” anch’egli immerso nelle vicende dell’umanità che soffre. E con l’occhio e la mente rivolti al bisogno più grande nel mondo d’oggi, quello della pace.
Da Gino Strada, lo conoscete tutti, vero?

(fonte: http://lists.peacelink.it/pace/msg08053.html)

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Tiziano era apparso come in una visione, nei giardini dell’ospedale di Emergency a Kabul: era l’inverno del 2001. Con la sua veste di cotone bianco come la barba, i sandali e una borsa di cuoio a tracolla, noi con giacche a vento e maglioni. Veniva dal Pakistan.
Ha voluto girare subito per le corsie: salutava, chiedeva “come stai?” a gente sconosciuta, sorrideva ai bambini, ascoltava.
Cenammo insieme quella sera, a “casa mia”. E parlammo a lungo, dell’India – “dovresti venire a trovarmi nel mio rifugio vicino all’Himalaya”, un’altra promessa che non ho mantenuto – del nostro lavoro e delle sofferenze della gente dell’Afghanistan, che lui amava.
E soprattutto parlammo, con molta tristezza, della follia della guerra e dei suoi perché. Ascoltavo i suoi pensieri. Sulla incapacità di molte persone di diventare esseri “umani”, sulla ricchezza talmente ricca da non avere più senso né uso possibile, sul razzismo, anche quello “democratico”, che sembra dilagare ovunque, sulla necessità – per Tiziano un bisogno fisico – di ricominciare a studiare, a pensare, a riconoscere sé stessi per ritrovarci tutti con un qualche sogno, speranza, progetto comune.
Quando riuscii a rintracciarlo per telefono, nel settembre 2002, per proporgli di unirsi a noi nel lanciare la campagna “Fuori l’Italia dalla guerra”, Tiziano non esitò un attimo: “Ci sarò, ci vediamo a Roma per la conferenza stampa”.

E per mesi fu un appassionato ambasciatore di pace, con la sua unica capacità di affascinare le coscienze e di riempirle di onestà e di verità. So che a Tiziano è costato molto quel periodo, togliendogli tempo alla meditazione che lo ha sempre accompagnato.
“Per colpa tua – mi disse scherzando un giorno – sono rimasto prigioniero per troppo tempo in Italia. Parto per l’India la settimana prossima, ma sarò lo stesso con voi”.
Ed è stato così. In molti momenti, nei più belli e in quelli più difficili dell’impegno di questi anni, Tiziano era lì, è venuto in mente a me e a tantissimi di noi. Un esempio, una certezza, un uomo che sapeva dare umanità, “curare” altri uomini proprio perché si era sempre curato di tutti, nel sua vita e nel suo lavoro di straordinario uomo di pensiero.
Pochi mesi fa ho cercato di contattarlo: avevo bisogno delle sue parole e dei suoi pensieri. Non è stato possibile, e il perché ora lo sappiamo tutti. Stava scrivendo, ancora una volta cose importanti, forse le più importanti.
Un giorno mi è arrivato un regalo da Tiziano: il suo ultimo libro. Con una dedica che mi ha fatto piangere allora e non smette di farlo oggi.
Finisce così: “…e questo per spiegarti alcune mie assenze. Ma non preoccuparti, io ci sono nella lotta per la pace. Ci sono! E ci sarò sempre!”

Gino Strada
Khartoum, Sudan, 29 luglio 2004

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