Ritornati!

E’ finita la scampagnata – alla fin fine potrei con un sorriso chiamarla così – la missione di pace che la delegazione italiana dei “Sindaci per la pace” ha intrapreso nel Kurdistan iracheno. Dieci giorni (11 se vogliamo contare anche il pernotto al ritorno a Francoforte) veramente intensi e ricchi di iniziative ed emozioni.
Eravamo stati invitati dal sindaco di Halabija, la “famosa” cittadina curda al confine con l’Iran che fu “gasata” da Saddam nel 1988, per le celebrazioni dell’anniversario della strage; ma oltre a questo abbiamo avuto incontri diplomatici ad altissimo livello, col Presidente del Parlamento, con ministri, con il rettore dell’università di Suleymanya, perfino con la moglie del presidente iracheno Talabani…
Una delegazione fatta di persone però; e di rappresentanti dei cittadini che molto propriamente si chiamano “Società Civile”. E non poteva mancare allora la “full immersion” tra la gente, i sorrisi, gli ammiccamenti, addirittura una partita di calcio nel giorno del Newroz… come pure gli stessi incontri con le personalità politiche mirati all’attivazione di progetti umanitari.
Siamo ritornati più arricchiti di esperienza, di umanità, di immagini, di colori, di certezze.
Una di queste è che le differenze nella lingua, nei costumi o nella cultura, son cose relative e non ostacoli, se c’è alla base il desiderio di vicinanza e di amicizia.

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Vigilia

Vigilia. Vigilia di un viaggio.
La mente ancora non libera, come dovrebbe invece essere per raccogliere in sé le novità del diverso, del possibile e dell’incognito che troverà a recepire.
Il cuore invece già spazia altrove, sorvolando sulle consuete forme della quotidianità di sempre. Guardando aldilà degli spazi usuali, degli impegni soliti, delle cose dell’abitudine ordinaria e a volte forzata che la vita in questo momento dà.

Incognite di viaggio verso luoghi e popolazioni di cui quaggiù si sente appena accennare, e con distorte idee sfocate dalla lontananza e dai media.
Chissà con quali occhi sarò in grado di guardare?

Un regalo improvviso dalla matita magica di Mauro Biani, a nome degli amici di Peacelink!

Roberto nel Kurdistan

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Finché esisteranno i poeti

Finché esisteranno i poeti
con le loro possibili utopie
e il loro sguardo che si posa
ben oltre i confini delle nazioni

Si manterranno le speranze
si avrà lo spazio per sognare
il desiderio di mondi nuovi
la forza per vivere e per lottare.

Poeti con lo sguardo del cuore
per vedere
ben oltre i confini delle nazioni

e del nostro recinto
di quotidiana rassegnazione.

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