Produzione delle armi nucleari. Le aziende coinvolte

ICAN, assieme all’Organizzazione PAX, ogni anno presenta un elenco delle aziende che in vari modi contribuiscono alla produzione di armi nucleari. Un articolo redatto dall’agenzia internazionale Pressenza traduce in italiano questo elenco di industrie “in lista nera” che quest’anno conta 28 aziende, per la maggior parte negli Stati Uniti ma con una presenza ragguardevole anche in Europa (una delle quali risiede nel nostro Paese).

Rimando alla pagina descrittiva nel sito di Pressenza, che porta nei dettagli quanto da esse viene prodotto, in pratica la loro posizione nel coinvolgimento nella filiera del nucleare militare.

C’è da sospirare di sollievo nel vedere che nel nostro Paese vi è solo un’industria coinvolta nel meccanismo degli armamenti atomici? Direi di no! ché anche noi di fatto siamo a contribuire nel processo di ammodernamento di armi atomiche, in questo caso francesi.

Private companies and the nuclear weapons industry

Il report originale

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LIBERAZIONE

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Il 25? in fondo a sinistra

Ma svoltando a destra c’è il buio…

Da Mauro Biani (fonte: www.maurobiani.it)

E’ deformazione mentale, deformazione culturale? Segno di questi tempi bui? Ma sì, mettiamola a sinistra, anzi in fondo a sinistra, questa celebrazione del 25 aprile. Ed ecco qui relegata la memoria di quanti lottarono e morirono per liberare l’Italia dal nazifascismo. Ecco l’etichetta di “comunismo” a chi, per amore della giustizia e della verità, non si può allineare (e come?) con il pensiero dei nuovi poteri nel nostro Bel Paese.

Mi sovviene la memoria di come la stessa etichetta venisse attaccata, nei paesi dell’America Latina, anche a chi comunista non era; anche a sacerdoti con la missione e la volontà di essere vicini agli ultimi, vicini al popolo. E come pure – sebbene spesso con altro nome – in tanti altri Paesi disseminati qua e là nel nostro pianeta, che fan sembrare la nostra quasi un’oasi di libertà.

Teniamocela però stretta, eh! Teniamo il ricordo, segniamo nelle nostre agende personali date e racconti e memoria del passato tragico.

E la memoria del 25, non va lì buttata a sinistra. Non è retorica noiosa da far passare a mò di festa o di “derby” tra fazioni del politicamente nostrano. E sì, è da coltivare come un fiore.

Come la preziosa matita dell’amico Mauro Biani ha saputo oggi svelare, riempire di colori e di speranza.

Coltiviamo questo seme di libertà, diamogli acqua e concime. Anche in questi tempi di buio e di siccità.


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